Ogni anno tra i monti della Val d’Ossola si ripete un rito antichissimo e ricco di fede: i pellegrini da tutto il territorio circostante giungono attraverso i monti al piccolo borgo di Anzino, sede del più importante santuario di S. Antonio di Padova in diocesi di Novara.

I devoti percorrono questo cammino da 350 anni, fin da quando la tradizione narra che il quadro considerato miracoloso, conservato nella chiesa di Anzino, fece il suo arrivo da Roma. Nella città eterna esisteva infatti una forte colonia anzinese, che si arricchiva con il commercio dei vini e che donò al paese un quadro raffigurante al centro la visione del bambino Gesù e tutto intorno gli altri miracoli del Santo.

La tela, sempre secondo la tradizione, ebbe un trasporto avventuroso verso le alpi. Ai posti di frontiera o in situazione di pericolo si narra che divenisse completamente bianca, per poi giungere in paese di nuovo dipinta. In quell’occasione, nella neve dei prati e dei pascoli, fiorirono i gigli.

Questa la tradizione popolare, confermata in parte da alcuni documenti d’archivio che attestano come già nel ‘600 si avesse memoria delle grazie fatte dal santo nel suo altare e di come affluissero numerosi i pellegrini.

Una tradizione che non ha mai smesso di richiamare folle di devoti all’altare di S. Antonio: un tempo impiegavano più giornate e si racconta di chi dormiva nei prati del paese, o delle case i cui fienili venivano aperti per ospitare i pellegrini durante la notte. Oggi partono da vari punti dell’Ossola e della Valsesia al mattino presto o la sera precedente la festa per partecipare alle celebrazioni di questo villaggio che pare fermo nel tempo.

Dopo la messa solenne una processione si avvia lungo la “via crucis” attorno al paese, un anello di cappelle molto particolare dal punto di vista artistico che rappresenta sia le scene della passione che i miracoli di S. Antonio. A metà della processione il simulacro del santo viene posato per una sosta (chiamata in dialetto la pösa di S. Antonio), con la reliquia del santo si benedicono i pellegrini che poi su staccano dalla processione per ripartire e fare ritorno alle loro case, mentre i fedeli proseguono tornando alla chiesa.

I cammini religiosi hanno ripreso vigore negli ultimi decenni, sulla scia del celeberrimo cammino di Santiago; il santuario di Anzino da alcuni anni rilancia i “suoi” cammini storici, una rete di sentieri tra le alpi, con la consapevolezza che sono un mezzo di evangelizzazione e di nutrimento della fede e della devozione al Santo.

Ad Anzino conducono numerose vie: citiamo qui le più famose.

Il principale cammino è quello che da Fobello, in Val Mastallone (Valsesia) attraversa il passo di Baranca e scende in Valle Anzasca. Ogni anno i pellegrini della Val Mastallone sono numerosissimi.

Un altro importante percorso, sempre dalla Val Mastallone, è quello che partendo da Rimella attraversa il passo di Dorchetta.

Vi è poi il cammino cuciano della Valle Strona, da Campello Monti, che sfiorando il Monte Capezzone arriva al passo di Riale, sopra Anzino, e scende in Paese attraverso la Valle Rosenza.

Vi sono poi i cammini ossolani, il primo dei quali è quello che parte dal fondo della Valle Anzasca, da Piedimulera, e sale la vallata fino ad Anzino, percorrendo l’antica mulattiera chiamata “Stra’ Granda”.

Un altro cammino è quello dalla Valle Antrona, che passando dall’alpe Colma di Castiglione scende a ricongiungersi sempre con la Stra’ Granda.

I cammini sono attualmente in fase di valorizzazione e saranno create in futuro apposite segnaletiche e mappe, ma sono comunque individuabili ora nella sentieristica del CAI e dei vari comuni.

Percorrono luoghi di grande bellezza e fascino naturalistico e paesaggistico e costituiscono un patrimonio di storia, fede e identità per le genti delle montagne di questa regione.

Il santuario di Anzino invita tutti i devoti del santo, e in particolare alpinisti, escursionisti e coloro che amano la montagna, a vivere questo momento di pellegrinaggio tra i monti.

In paese sono è attivo un punto tappa attrezzato e allestito per i pellegrini presso l’ex asilo G. e C. Titoli, gestito dall’Istituto Pubblico, dove è possibile pernottare e avere un servizio di ristorazione con specialità locali.

Inoltre la parrocchia e tutti gli anzinesi puntano a far diventare questo percorso una via di pellegrinaggio non solo per le feste del Santo il 13 giungo, ma durante tutta la bella stagione, in modo che sempre più pellegrini possano raggiungere S. Antonio attraverso questa esperienza unica nel cuore delle alpi.

Per info:
www.santuarioanzino.it
www.istitutopubblicoanzino.com
facebook/santuarioanzino
instagram/santantonioanzino
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